lunedì 8 novembre 2010

Il nuovo Far West


Arrivare nel Negev è come atterrare su Marte.
E' il grande spazio che si sognava da bambini, quello senza regole e inosservato in cui fare esplodere, nascondere, sperimentare, inventare ciò che si vuole.

Israele qui ha basi nucleari controllate da occhi invisibili, industrie chimiche senza supervisione, qui vengono fatte le maggiori esercitazioni militari del paese. Qui si vuole giocare indistrurbati e i beduini non sono inclusi nel piano.

Per questo ci sono i Green Patrol: polizia speciale con il compito di contrastare l' "infiltrazione" dei villaggi in aree di interesse israeliano. I beduini sono squatter, occupanti, e vanno cacciati. Parliamo di migliaia di villaggi rimossi con le ruspe, di tribù di vecchi e bambini deportate in aree senza i servizi essenziali e mangiate dalla desertificazione, di popolazioni lasciate senza acqua, confinate con le loro precarie baraccopoli al limitare delle poche città.

Il Negev sarà dei 350.000 israeliani a cui è stato promesso e ad altri che verranno da Gaza. Nasceranno osasi con prodotti tropicali e città perfette come la Svizzera. Nasceranno comunità felici e ignare. E avranno i Green Patrol a garantire la sicurezza, che nel caso irroreranno le comunità in cerca di cibo con veleni che uccidono piante e persone.

In un vago ricordo del Removal Act sudafricano mi sento un pò il deserto dentro...

n.d.r. Proprio nel Negev è stato da poco testato l'Iron Dome, sistema a cupola di difesa missilistica.

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