Nel continuo cambiamento di direzione ho trovato equilibrio e libertà.
Questo blog è il risultato di un compromesso tra politica e danza, cucina e musica, religione e ricami.
E inizia a Gerusalemme.
mercoledì 22 dicembre 2010
Il Natale di Maria
Maria l'ho incontrata sul treno Milano Torino.
Mi ha detto di non avere un nome e cosi anche io le ho detto che non avevo un nome. Poi ce ne siamo inventate uno per l'occasione: io Mandorla e lei Maria, come 'a madonna.
Maria ha sei anni e viene da quella parte di Napoli che a nessuno piace vedere.
E' analfabeta e chiede l'elemosina a un vagone di distanza dalla sua famiglia.
Vorrebbe giocare, ma la madre alcolizzata non la vede.
Quando le racconto la storia di Nihal e del suo giardino segreto nel lontano Pakistan gli occhi neri, attentissimi, brillano di curiosità.
Ma chennesai tu d'u munno.
Maria è la bambina palestinese che ho incontrato nel campo di rifugiati in Palestina, è la ragazzina rom con la felpa bagnata dalla neve all'ingresso della metro, è la piccola cingalese che vende rose a Porta Palazzo.
Buon Natale Maria.
martedì 7 dicembre 2010
La leggenda del profeta di Piazzano
In un giorno nebbioso di questi, tra le colline e il freddo che ti toglie la voglia, trovo un'iscrizione nel muschio e tufo:
«In questa casa nacque il 2 giugno 1743 Giovan Battista Boetti, che sotto il nome Profeta Mansur, Sheikh-Oghan-Oolò, alla testa di ottantamila uomini, conquistò l’Armenia, il Kurdistan, la Georgia e la Circassia e vi regnò per sei anni qual sovrano assoluto. Morì nel 1798 a Solowetsk nel Mar Nero».
Il Boetti. Partì frate e arrivò fino a Mosul, in Iraq. Imparò l'arabo come gli Arabi e mangiò tanto montone da sentirsi sempre a casa.
Fu in Georgia, Armenia, Turchia, Algeria, Persia....alcuni lo dissero trafficante d'armi, chi profeta di una nuova religione a metà tra l'Islam e il Cristianesimo, chi ancora massacratore di Curdi, eroe nazionale ceceno, condottiero e conquistatore, ambasciatore di sè stesso, esploratore.
Ma di chi fosse spia, per chi lavorasse, cosa cercasse davvero, non lo si seppe mai. Conosceva tutte le feluche d'Oriente, incontrò mercanti e truffatori, mosse le carte cosi bene da confondere politica e territori, da impaurire grandi come Caterina di Russia. Da mozzare teste di dignitari del Sultano. Nel Settecento torbido e assetato di terre fu leggenda.
MOrì incarcerato in quello che poi fu il primo gulag di Stalin.
Mi ricorda Julien Assange, questo Boetti.
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