martedì 26 luglio 2011

Maeva


Ilaria-Maeva ha un mese di vita e gli occhi a mandola dell'Oceano Indiano.
Vive in corso Regina in una casetta con due iguane imbalsamate e beve tisana al finocchio per calmare il mal di pancia.
Porto a Ilaria-Maeva due orecchini d'oro che le manda la zia dal Madagascar e un bigliettino verde con parole a me incomprensibili.

Nel bigliettino la zia dice che Maeva in malgascio vuol dire "di una bellezza che non si riesce a descrivere".

mercoledì 20 luglio 2011

Par delicatesse j'ai perdu ma vie


Mi sfugge l'amore. Densità ripetitiva di un'ostinazione.

Nelle vetrine di occasioni mancate il corpo invecchia in saldo, con pochi casti piaceri avvinghiati come vite. Mani che lasciano invece che prendere, che si disintrecciano. Vedo solo le sue spalle, uno sguardo. Allora essere già vecchia o incredibilmente giovane- quando è ancora o non è più - dà sollievo e placa l'anima.

A questi anni a metà mi ci affeziono lentamente, acidamente.
Alle convenzioni, alle finte libertà, alle castità, alle rughe del sorriso.
Eppure ancora, sbadatamente, inciampo nell'amare.

venerdì 1 luglio 2011

Mora Mora


Ho camminato cosi tanto nella pioggia.
Mentre camminavo non pensavo ad altro che ai miei piedi. Mora Mora, mi dicevano. Piano piano. In paese ogni volta mi guardano e io nascondo le gambe sotto la gonna. Non voglio un figlio e ho troppa fame. Ho paura a scendere, ma toccava a me.
Respiro al ritorno in capanna. La foresta la conosco, quando piove escono le sanguisughe dai fossi, c'è odore di carbone e di eucalipto. Carne sul fuoco. Riso lungo la strada. La tanica mi pesa sulla testa. Mora mora, guarda c'è un camaleonte.

Ho visto passare una donna bianca, con dei buffi occhiali. Sembrava stanca. Mi ha fotografato e poi si è girata ancora, a guardarmi nello specchietto.
Avevo voglia di toccare la sua camicia ma non l'ho rincorsa. Ci siamo guardate un pò, aveva la fretta dei vasà.