Nel continuo cambiamento di direzione ho trovato equilibrio e libertà.
Questo blog è il risultato di un compromesso tra politica e danza, cucina e musica, religione e ricami.
E inizia a Gerusalemme.
venerdì 8 ottobre 2010
Shuaia Shuaia
Ma cosa stanno aspettando Netanyahu e Abu Mazen seduti a quel tavolo?
Un caffe'?
No, stanno aspettando i risultati midterm degli elettori americani.
Essi. L'America e' ancora a capotavola nelle faccende mediorientali: con la maggioranza repubblicana Netanyahu avra' gioco fatto, se invece Obama resiste forse Abu Mazen e la Lega Araba potranno avanzare richieste su uno stato palestinese, come da promessa elettorale.
Shuaia Shuaia. Adelante, ma con calma.
La storia interessante pero' e' nel boccone offerto alla trattativa.
Al governo israeliano, per fermare di due mesi (due mesi) la costruzione delle colonie, si offre il controllo militare sulla valle del Giordano, l'aumento dei gia' ingenti aiuti militari (sono gia' intorno ai 3.5 miliardi di dollari all'anno) armi tecnologiche, la riapertura dei permessi ad andare avanti con le colonie dopo la pausa, il riassorbimento dei grandi insediamenti esistenti, un occhio chiuso sul continuo aumento di zone C in Cisgiordania.
Una torta alla crema.
E ad Abu Mazen? Il congelamento di due mesi.
E l'utopia del riconoscimento di uno stato.
I Palestinesi un po' perplessi se ne stanno sull'uscio, chiedendosi come mai il presidente del ANP sta ancora ad aspettare il caffe'.
Shuaia Shuaia.
E in Italia? In Italia organizziamo la maratona bipartisan per la legittimazione dello stato di Israele.
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Il fatto è che il caffè che aspetta Abu mazen è un caffè arabo, quello che aspetta netanyahu è americano. E si sa che il caffè arabo è sempre più amaro.
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