Nel continuo cambiamento di direzione ho trovato equilibrio e libertà.
Questo blog è il risultato di un compromesso tra politica e danza, cucina e musica, religione e ricami.
E inizia a Gerusalemme.
martedì 8 marzo 2011
Donna tu-du-du
Mi guardo allo specchio e mi chiedo come sto da donna nel secolo XXI.
Frastornata dalle voci rosa che mi rimbombano nel diframma. [Chissà poi chi ha deciso che nel 2011 il colore delle donne dovesse ancora essere il rosa: a me ad esempio piace il verde, ma certo avrebbe parecchie implicazioni jihadiste.]
Travolta da una montagna di rivendicazioni, iniziative, parole. Sto con SNOQ o con Ni una màs? Partecipo all'incontro sulla violenza di genere o al collettivo teatrale delle ex carcerate?Vado ad una riunione di solidarietà alle donne delle rivoluzioni nordafricane oppure scelgo di portare il mio contributo alla serata intergenerazionale?
Sono allergica alle mimose, davvero, mi viene da starnutire.
A 10 anni ho letto Dalla parte delle bambine, che mi ha dato un'imprinting di genere piuttosto forte, per cui ho ingnorato la sessualità fino ai 16 anni.
A 18 anni ho letto Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, sembrava proprio che in esplosione adolescenziale questi uomini non si riuscissero a capire.
A 30 anni ho letto Middlesex, un capolavoro di Eugenides che racconta di un meraviglioso ermafrodita capace di contenere in sè gli impulsi maschili e l'intuito empatico femminile.
Ho un enorme gap storico sulle contestazioni femminili e sulle aquisizioni di diritti (pochi) e ad oggi trentenne del XXI secolo pacificata con il maschile mi trovo ad essere istituzionalmente incazzata.
POi il destino beffardo ha anche voluto che avessi una cara amica norvegese, che ha appena avuto un magnifico bimbo e un altrettando magnifico marito in paternità pagata al 100%. Di settimane ne hanno 46 e se le possono gestire. Se poi il suo datore di lavoro le avesse fatto firmare le dimissioni in bianco avrebbe rischiato il penale.
Le ho raccontato che da noi ai colloqui ti chiedono se hai intenzione di avere figli, calcolandolo nel punteggio finale. Mi ha guardato con aria un pò triste, come si guarda una quaglia già nel piatto.
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